Diamoci un taglio

La cosa che amo della cultura giapponese è il suo rapporto con la natura, con la gestualità rituale e con il senso del tempo.

L’ikebana, gli origami, la cerimonia del tè mi affascinano perché sovvertono la nostra logica e ci insegnano che si può conciliare risultato e lentezza, passato e futuro, innovazione e tradizione senza sacrificare nessuno dei due. Ancora di più amo il loro design, sopratutto quando si confronta con oggetti di uso quotidiano e li declina in modi sempre nuovi.

È quanto avviene  con Paper Razor, l’ultimo progetto della giapponese KAI, famosa produttrice di coltelli.

È stato presentato il 22 aprile di quest’anno, nel corso della Giornata della Terra, e ha attirato l’attenzione di tutti, perché se le testine ricaricabili sono state un primo passo per contenere lo spreco di un intero usa-e-getta, qui siamo in presenza di un rasoio al 98 per cento in cartone. Ma soprattutto di un lavoro creativo bellissimo e realmente coinvolgente.

 

Il cartone resiste sia alle condizioni di umidità di un bagno sia all’acqua fino alla temperatura di 40 gradi, mentre il packaging è un piccolo capolavoro, un origami nella migliore tradizione giapponese finalizzato alla realizzazione di un oggetto di uso quotidiano.

 

I rasoi si presentano piatti, ingombrano pochissimo (solo 3 millimetri per 4 grammi di peso), e le ali che vanno a comporre il manico sono tenute insieme dalla stessa striscia di nastro adesivo che copre le lame. 

La carta inoltre apre maggiori possibilità di stampa per marchi e disegni rispetto alla plastica. 

La cosa che personalmente ho trovato davvero significativa in questo lavoro è la capacità di veicolare, attraverso un rasoio, uno storytelling importante sulla sostenibilità. 

Questa parola è ormai una categoria “ombrello”, sotto la quale siamo costretti tutti a operare: aziende, finanza e ovviamente noi comunicatori.

 
Qual è allora il nostro compito?

Mettere in circolo comportamenti quotidiani sostenibili, facendoli però passare attraverso narrazioni piacevoli, immediate e divertenti. 

Perdere al mattino due minuti in più per costruire il proprio rasoio riattiva la parte infantile di un uomo, risveglia l’homo habilis che il largo consumo ha lentamente sedato a prezzo di un impatto ambientale sempre più pesante, e lavora sulla percezione del tempo, coinvolgendoci in un rito che per sua natura è legato alla fretta e al ritmo del lavoro. 

P.S. Quest’anno farò una vacanza full immersion nella natura (barca a vela) e l’idea di mettere nello zaino i soliti rasoi usa-e-getta mi mette un po’ a disagio… aspetto fiducioso che i Paper Razor siano presto disponibili anche in Italia.