Se 30 vi sembrano tanti in realtà avrebbero dovuto essere 40. Perché a essere precisi quello che troviamo nel logo del trentennale di Disneyland Paris è il quarantesimo “Topolino nascosto” che la Corporation ha seminato a partire dal suo primo lungometraggio nel 1937, e cioè Biancaneve.
Impossibile quantificare poi quelli nascosti in parchi a tema, attrazioni, media, serie tv, film.
Ormai, ad ogni nuovo lungometraggio, è una vera e propria “caccia al topo”.
Dalla casa madre nessuno ha mai confermato, ma numerosi attenti esperti confermano:
esistono solo nelle pellicole Disney ben 39 Topolino nascosti.
Basta riguardare attentamente il frame in cui Biancaneve pulisce i gradini del castello, o le bolle di sapone in cui fa il bagno Cucciolo, o gli alberi di fronte a casa Darling in Peter Pan, o le tre macchie sulla spalla di Pongo, o la frutta al mercato di Lilo e Stitch, e via fino alla macchia sulla guancia dell’agente Benjamin Clawhauser in Zootropolis…
Tutto ciò è possibile grazie ai semplici elementi grafici del suo design: tre cerchi che, se ben posizionati, ricreano la linea iconica della testa del topo più celebre del mondo.
Non è perciò azzardato dire che il logo per i trent’anni di Disneyland Paris non ha inventato nulla. Eppure…
I social sono pieni di applausi per “lui” e il 6 marzo, quando inizieranno le celebrazioni, sicuramente aumenteranno.
C’è chi dice di vedere prima Topolino, chi invece il numero, chi cita il ciclista del Tour de France o chi l’orso (tanto per rimanere in tema di animali) nascosto nel profilo della montagna del Toblerone…
Una cosa è certa: come topo o come numero, in qualsiasi sequenza ci appaiano, questo logo conferma una regola sempre valida: un buon design deve raccogliere in pochi segni la storia, lo spirito e l’identità di un Brand, ma soprattutto deve fissare l’attenzione, trattenere lo sguardo per quella manciata di secondi che poi si trasformano in sorriso e infine in memoria.
E questo ce lo ricorderemo.
In bocca al lupo per il prossimo decennale, non sarà facile.